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6 R. LIVI

priamente detti, questo non veniva a costituire una innovazione nei
costumi della nazione.

Le prime tracce di un vero commercio di schiavi a Venezia si
hanno fino dal 750, sebbene sembri trattarsi più che di importazione,
di esportazione di schiavi. Nella Vita di Papa Zaccaria, attribuita
ad Atanasio bibliotecario, è detto che diversi mercanti veneziani erano
venuti a Roma per comprarvi quantità di schiavi d'ambo i sessi, per
poi rivenderli in Africa (1). E fino dal secolo IX si trova che i Dogi
tenevano ufficialmente per loro servizio degli schiavi. Erano però
questi schiavi molto probabilmente dei prigionieri di guerra, mas-
sime galeotti (2).

Il massimo fiorire del commercio degli schiavi fu in Venezia dal
1300 in poi; e Venezia era il mercato massimo di tutta l'Italia. Nel
1379 fu imposta a Venezia una tassa sugli schiavi, tassa che dal 1414
al 1423 forni all'erario veneto l'annuo reddito di 50,000 ducati, che,
al ragguaglio di 5 ducati a testa, fanno salire a 10,000 la cifra degli
schiavi che annualmente si estraevano da Venezia (3).

In Firenze si trova il commercio degli schiavi riconosciuto e
legalizzato da una provvisione dell'8 marzo 1366, con cui si dava
licenza a chiunque di condurre a Firenze e suo contado, di vendere,
ricomprare, cedere, affittare, ecc. schiavi e schiave, qui non sint ca-
tholice fidei christiane, e si davano disposizioni e garanzie in favore
della proprietà e contro la fuga, ecc. (4).

Che anche in Firenze gli schiavi fossero in numero non indiffe-
rente si rileva dal fatto che in un registro esistente nell'Archivio di
______________________

(1) "Porro eodem tempore contigit plures veneticorum hanc romanam advenisse
in urbem negociatores, et, mercimonii nundinas propagantes, multitudinem manci-
piorum virilis scilicet et feminini generis emere visi sunt, quos et in Africam ad
paganam gentem nitebantur deducere" MURATORI, Rer. ital., Vol. III, pag. 164.

(2) LAZARI, Del traffico e delle condizioni degli schiavi in Venezia nei tempi
di mezzo (Miscellanea di Storia patria, edita a cura della R. Dep. di Storia pa-
tria. Torino, Stamperia Reale, 1862, Tomo I).

(3) Così il Lazari; e da questo suo calcolo pare che egli ritenesse che la tassa
fosse per ogni schiavo che veniva venduto in Venezia. Ma, anche ammettendo,
come mi par più probabile, che la tassa fosse, non per ogni vendita, ma una tassa
annua da pagarsi dai padroni degli schiavi, non resta meno considerevole la cifra
di 10,000 schiavi sopra una popolazione di circa 150,000 abitanti.

(4) ZANELLI, Le schiave orientali a Firenze. Firenze, 1885.

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