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ant_a at Feb 20, 2023 04:36 PM

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LA SCHIAVITU' MEDIOEVALE

Stato (1), dove erano annotate, per conto del Comune, le compre e
vendite di schiavi fatte in Firenze dal 1366 al 1397, se ne trovano
indicati 339 (2). Ma 339 compere in 33 anni darebbero una media
annua insignificante, poco più di 10. Invece nel 1° anno (1366) le
registrazioni furono 113, nel 2°66, nel 3° 57, nel 4° 18; i ventotto
anni, dal 1370 al 1397, si dividono tra loro in modo molto saltuario
le altre 85. Evidentemente non si tratta qui di un rapido disuso della
schiavitù, ma invece di un rapido disuso della registrazione. Tanto è
vero che di quattro compere di schiave avvenute in Frenze nel 1376,
nel 1380 e nel 1388, delle quali produrremo più oltre i documenti,
nessuna si trova notata in questo registro.
A Firenze gli schiavi erano introdotti da sensali genovesi, pi-
sani, veneziani e napoletani (3).
Anche a Genova il commercio schiavistico era attivissimo, e forse
in quella città si protrasse più a lungo che altrove. Infatti lo Sta-
tuto criminale del 1556 pronunzia pene contro chi ruba schiavi (4).
E il Cibrario (5) trovò ancora due vendite di schiavi in Genova nel-
l'anno 1677.
Se Genova e Venezia erano i due principali centri per la in-
troduzione degli schiavi, non erano però i soli. I mercanti di Spagna
ne fornivano a tutta l'Europa. Questo commercio fioriva specialmente
a Siviglia (6).
A Lucca, come risulta dalle ricerche molto accurate del Bongi,
le schiave dovevano essere numerosissime. Firenze, che colla legge
_____________________
(1) "Liber seu registrum existens in camera actorum Comunis Florentie, con-
tinens in se nomina et prenomina dominorum schiavorum et schiavarum, servorum
et servarum, signa et pretia quibus tales schiavi et schiave, servi et serve empti
fuerunt, et ipsorum et ipsarum venditiones et alienationes et alias diversas scrip-
turas, et scriptas partim per me Tardaccorri condam Mey de Piglis de Florentia,
notarium", etc . (V. Documenti delle relazioni delle città toscane coll'Oriente cri-
stiano e coi turchi, raccolti ed annotati da GIUSEPPE MULLER. Firenze, 1879).
(2) ZANELLI, l.c.
(3) BIAGI, La vita privata dei Fiorentini, in La Vita italiana nel rinasci-
mento. Milano, 1896, Treves, ed.
(4) CANTU', Storia degli Italiani, libro VIII, cap. 82.
(5) CIBRARIO, Della schiavitù e del servaggio, e specialmente dei servi agri-
coltori. Milano, 1868-1869. Stab. tip. Civelli.
(6) ZAMBONI, Gli Ezzelini, Dante e gli schiavi, ossia Roma e la schiavitù
personale domestica. Vienna, 1870.

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LA SCHIAVITù MEDIOEVALE

Stato, dove erano annotate, per conto del Comune, le compre
e vendite di schiavi fatte in Firenze dal 1366 al 1397, se ne trovano
indicati 339. Ma 339 compere in 33 anni darebbero una media
annua insignificante, poco più di 10. Invece nel 1° anno (1366) le
registrazioni furono 113, nel 2°66, nel 3° 57, nel 4° 18; i ventotto
anni, dal 1370 al 1397, si dividono tra loro in modo molto saltuario
le altre 85. Evidentemente non si tratta qui di un rapido disuso della
schiavitù, ma invece di un rapido disuso della registrazione. Tanto è
vero che di quattro compere di schiave avvenute in Frenze nel 1376,
nel 1380 e nel 1388, delle quali produrremo più oltre i documenti,
nessuna si trova notata in questo registro.
A Firenze gli schiavi erano introdotti da sensali genovesi, pi-
sani, veneziani e napoletani.
Anche a Genova il commercio schiavistico era attivissimo, e forse
in quella città si protrasse più a lungo che altrove. Infatti lo Sta-
tuto criminale del 1556 pronunzia pene contro chi ruba schiavi.
E il Cibrario trovò ancora due vendite di schiavi in Genova nel-
l'anno 1677.
Se Genova e Venezia erano i due principali centri per la in-
troduzione degli schiai, non erano però i soli. I mercanti di Spagna
ne fornivano a tutta l'Europa. Questo commercio fioriva specialmente
a Siviglia.
A Lucca, come risulta dalle ricerche molto accurate del Bongi, le schiave dovevano essere numerosissime. Firenze, che colla legge