Humanist Manuscripts

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La_Sfera

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[side note] [1?] = [364?] [10?] [464?] ------------------ 1 = [86?]

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L padre al figlio & al spirito santo Per ogni secul sia gloria & honore E benedecto sia suo nome quanto Tutte le creature hanno valore

Laudato e rengratiato inogni canto Con pura mente ; e con divoto core E confessata sia la sua bontade Pieta : misericordia : e caritade.

PETITIONE.

Dolce segnor apri le labra mie Illumina el mio core con la tua luce E la mia boca annuntii le tue vie Piene de lode e sia sempre mio duce E laiutorio mio : intendo e sie Con la tua gratia chel mondo conduce Il mio dir sia consolacionese fruc~to De tutti quei chentendon tal cons~truc~to.

PROEMIO.

A dogni cor gentil e mente pura Che disidera intender la ragione Con laqual se governa la natura Da un principio che prima cagione E unde ha lesser ogni creatura E dilor qualita e conditione Dico che legan i versi seguenti Chiamando idio con glianimi attenti.

DEL SPIRITO SANCTO.

oMnipotente idio padre e signore O suma sapientia o verbo eterno Che fus~ti in carne nos~tro redemptote O spirito sanc~to amor superno O vera ternita chiaro splendore Solo un dio vero e sempiterno O creatore de luniverso mondo Principio e fine altissimo e profondo.

Last edit almost 3 years ago by guest_user
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[image: night sky with star constellations, "sapien", "Poten", "Amore", and possibly a comet?]

[image: earth globe labeled with "polo [arctico?], frigida zona, temperata zona, [tafrida?] zona, temperata zona, frigida zona, polo [antarcticho?]"]

POTENTIA SAPIENTIA : AMORE.

Nel elto imperio ciel con firma essentia Comanda:e volge:e regge:il firmamento Loqual ci mons~tra la tua gran potentia Per lo suo smesurato abraciamento Cognoscessi infinita sapientia A riguardare il grande adornamento Per noi creas~ti a ciel tanto splendore E qui fintende linfinito amore.

GRANDE VELOCE BELLO.

La sua grandezi passa ogni intellec~to La sua velocita via piu transcende Quanta belleza:e di quanto dilec~to Si vede in epso: chi col cor attende Veramente:a cosi alto rispec~to Lalma gentil damor tutta saccende Dexiando poter salire a quelle Nobile creature e chiare s~telle.

TRAMONTANA.

Veggio la stella in su chel polo gira Cum quelle septe e due che vano intorno Le qual per neccessita assai si mira Da navecanti quando manca il giorno Chi la cercasse:e trouar la desira Locchio suo guardi la bocca dun corno Chi piu sapressa ad vederle supine Piu fredo sente:& iacciato confine.

LALTRA TRAMONTANA.

Da la opposita parte:e laltro polo Simele aquello:e fredo di natura Che non si puo mirare dal nos~tro solo Perche tranui e quello e grande arsura La qual e sempre sotto un cerchio solo Che fa la noc~te el di de egual mesura Tra questa calda:e le due frede zone Sono i luochi habitanti:et le persone.

Last edit about 4 years ago by heidimarie
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LA LUNA

La luna e tra pianeti il piu sottano E che piu tardi compie sua giornata Suo cielo transparence e di asano Come sum glialtriunde no e celata La uista si che si riguardo in uano Per tutte insino a la spera stellata Perche ha dilecto remirare in quelle Chiar pianeti e relucente stelle

OBSCURATION DEL SOLE

Ma lo suo corpo io dico di la luna Perche e solido e denso e non transpare Quando ella sinterpone in parte alcuna Tral sole e noi per linea recta e uguale Sotto i suoi ragi ci fi mostra bruna Et a noi non gli lassa trapassare E ale impressete quando le compiuta Di uechis in nuoua i qual pucto si muta

VARIATION DE LA LUNA

Senza lume da se matuta seura Quanta ne uede il sole tanta naccende Per questo e uariabil sua figura Perche tra su e giu meza risplende E quanto e piu distante sua mesura Dal soletanto ogni di piu lume rende Sopra la terrate quando si rapressi Ogni di scema suo lume da essi

OBSCURATION DE LA LUNA

E quando ella e per dritta oppositione Da la spechio del sole e piu lontana Conuien che si dimonstra obscuratione Se in quel puncto e da noi soprana Et a lecclipse accade per cagione Che la terra si troua alor mezana Tra lei el solese perche le magiore I tagi di passar non han uigore

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Alberti, Leon Battista, 1404-1472. Deiphira : manuscript, [not after 1472]. MS Typ 422. Houghton Library, Harvard University, Cambridge, Mass.

f. 13v
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f. 13v

damarti anci cerchai che lamore nostro, durasse senza haverci apentire di cossa alcuna. Philarco. Certo quisti erano signi di vero amore / et era villania latua vedendoti amare se non acceptavi aperto quel che tanto ate era proferto. Ma sempre pare non in amare solo ma in ogni cosa che idoni troppo proferti fastidiano, et i denegati dilecti solicitano a farsi desiderare. Amando a me ne molto piacerebe chi mi saciassi, e certo haverei in odio chi mi se porgiesse troppo acerba. Pallimacro. Aime philarco beato chi puo dogni suo pensiero haver ragione. Stima che grande cagione in

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f. 14r
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f. 14r

ue et poco cespuglio il ferma. Cossi gli animi nostri quanto piu sono grandi et gravi; tanto ben che tardi mossi meno si possono in suo corso contenere. Non pero rimasse dame cum ogni astutia et argomento storli da lanimo quello furore / quale io provo / non e nostra liberta potere se non ne ubedirli. Et poi cheio al tutto provai ogni mia industria ivi esser perduta deiphira mia / tu sai quanto io conoscea tanto mingiegnava / che tu amassi cum modo et ragione. Oime che anchora io non sapeva quanto amando mai si possa tenere in se ragione alchuna, et come il nochiero se mai vento superchio la vertigia

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f. 14v
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f. 14v

per non correre cum quello inpeto in qualche scolgio suole acomandare a poppe qualche peso / quale trainando ritegna il troppo corso de la nave. Cossi io ate deiphira mia non perdarti / qual mi dolea, cossi darti ate deiphira mia affanno, ma per refrenare il tuo disciolto amore / hora commeterti / uno et unaltro piu utile suspecto / hora cum monstrarti une et unaltro pericolo ritardava il troppo ardito tuo correre ad amarmi, tu vidi cheio soffero il mio male senza iltuo sconcio / ma del sinistro tuo caso troppo mi serebbe doluto, et per rendere in te meno ardente quelle

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f. 15r
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f. 15r

fiamme le quale hora consumano me io te profersi fare e dire quanto poi sempre feci qualunche cosa a te piacesse. m Philarco. O pazo pallimacro tu adunque si poco stimasti la liberta tua, tu stolto cossi ti facesti servo de una femina? tu in tutto stimasti pieta fare a te uno humile servo esser signore? Non e pieta cossi nuocere a se per conpiacere altrui / non sapevi tu / che le cose promesse non sono piu di chi le promesse, non dando quel che tu prometi acquisti odio. Edove il dai non pero ate crescie gratia, tu adunque in un tracto perdesti quello di che piu volte, a te ne serebe

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