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libro ove dice che negli anno di christo quatro cento quaranta al tempo di sancto Leone papa et di Theo dofio et di Vanetiniano imperadori nelle parti da quilone fu uno Re de vandali et di gocti che si chia mava Bela sopra nomato totile Questi fu barba ro et sanza legge et crudele dicostumi et ditutte cose nato nella provicnia di Gotia et di Guetia: et per la sua crudelta uccise il fratello et molte nation ni di gente si socto pose per sua forza et sinoria Poi si dispose distruggere et consumare lomperio di Ro ma et disfare roma Et cosi per sua forza et signoria raguno inmumerabile gente del suo paese die Guetia et di Gotia et poi di pannonia cioe Ungheria per en trare in italia Et volendo passare in italia da Ro mani et borgognoni fu contastato et grande bac taglia contro allui facta nelle contrade di lunia cioe Frioli & Aquileo colla maggiore mortalita che mai fosse in una bactagla et dalluna et dalaltra parte et fu morto il Re diborgogna et Totile come sconficto si torno in suo paese colla gente che gliera rimasa ma poi vlendo seguire suo proponimento didi struggere lo imperio di roma si rauno maggiore exer cito di gente che prima et venne in Italia Et prima si pose adassiedo alla citta daquilie et stette per tran ni et poi la prese et distrusse contte le gnti Et en trato in Italia per siile modo distrusse Vicentia et Brescia et Bergamo et Melano & Titino et quasi tutte le terre di lombardia saluo che Modona pergli meriti di sancto Geminiano che ver vescovo che per quella citta trapassando con sua gnte per miracolo

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nolla vide senon quando ne fu fuori; et perlo miraco la la lascio che nolla distrusse: et distrusse Bologna et cosi quasi tutte le terre di romanga distrusse Et poi trapassando intoscana torvo la citta di firenze po derosa et forte volendo lanomananza di queella et'come era hedificata de nobilissimi romani ed era co mera dello imperio di roma et Come inquella con trada era orte Rodogalo suo antecessore et Re de gotti conosci grande moltitudine de gotti comando che fosse assediata. Et piu tempo vi stette invano et veggendo che per assedie no la potea havere pero che era fortissima dimura et di torri e dimolta buona gente per lusinghe et periganno et tradimento singegno daverla E fiorentini haveano continua guera colla citta di pistoio Totile fu rimase difuasta re intorno alla cittade et mando dicendo a fiorenti ni che volea essere loro amico et in loro servigio di struggerebbe la citta di pistoia promettend et di mo strando loro grande amore et di dare loro franchigia con moolti larghi pacti. I fiorentini male a veduti et pero furono sempre in proverbio chiamati ciechi credectono alle sue false lusinghe et vane promes sioni a persongli le porti et missonlo dentro lui et sua gente et albergo nel campidoglio, il crudele ty ranno essendo nella citta contutta sua gente et forza et confasi sembiani mostrava amore a cittadini Et uno giorno fece richiedere a suo consiglo i maggio ri et pui possenti caporali della terra et in grande quantita: Et come guignevano in campidoglo anno a uno gli facea uccidere a uno valico di camera ama

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zan dogli non sentendo luno laltro poi gli facea gie tare nelli aquidocci del cam[idoglo cioe la gora darno chandava socterra prelo campidoglio accio che numo saccorgesse di quello. Et cosi ne fece mori re in grande quantita che mente sene sentiva per la citta di firenze senon che alluscita della citta ove i decti a quidocci o vero gora si sopriano e den travano in arno si vedea tucta lacqua rossa come sangue. Allora la gente saccorse dello inganno et tradimento ma fu indarno et tardi per che totile havea facto armare tutta sua gente et come sa vi de chella sua crudelta era scoperta comando che corressono la terra uccidendo piccoli et grandi huo mini et femine. Et cosi fu facto sanza riparo pero che cittadini erano sanza arme et sporveduci Et truovasi che in quello tempo havea nella citta di firenze venti due miglia dhuomini darme san za e vechi e fanciulli. La gente della cittade veggen dosi a tanto dolore et distructione venuta che pote scampare lo fece fuggendosi in contado et nasconden dosi in forteze et in boschi et in caverne. MA e piu de cittadini furono morti et tagliati et presi et la citta fu tucta spogliata dogni richeza et sustanza perli decti gotti et vandali et ungheri. Et poi che Totlie lebbe cosi consumata di gente et davere comando che fosse distructa et arsa et guasta et non vi rima nese pietra sopra pietra et cosi fu facto Se non che dall occidente rimase una delle torri che Gneo pom peio havea hedificata et dal septantrione et dalme zo giorno una delle porti et infra la citta presso alla

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porta casa sive duomo interpetriamo duomo di San giovanni chimato prima casa dimarti Et divero mai non sa disfacto ne disfara in eterno se none al di del giudicio cosi si truova scritto nello smal to di decto duomo. Et ancora vi rimasono l'altre torri o vero templi segnato per alfabeto che cosi dice il decto historiographo le truova in antiche croni che le quali dice che interpetrare non seppie cio sono S et casa P et casa S. Et quatro avea la citta de et sei postierle et torri di maravigliosa forte za erano le porti et li dolo dello idio marte che i fio rentini levarono del tempio et posono sopra una torre et cadde allora in arno et tanto stecte quanto la citta stecte disfacta Et cosi fu disfacta la nobiel citta di firenze dal pessimo Totile flagellum dei a di xxviii di giugno anni di christo quatro cento cinquanta et anni cinquecento venti dalla sua hedi ficatione Et nella sopradetta citta fu morto beato Mauritio vescovo di firenze a grande tormento per la gente del detto Totile et il suo corpo giace in sancta reparata. Poi fu la detta citta di firenze ri hedificata la seconda volta negli anni di christo octo cento uno allentrare del mese daprile et questo fu al tempo del buono Carolo magno Re di franza imperadore de Romandi il quale poi chebbe abbac tata la superbia et tyrannia de longobardi et de sarcini et messo Roma ello imperio et sancta chisa in buono et felice stato et in sua libertade certi gentili et nobili del contado di firenze che si dice che caprali furono i figluoli giovanni i fi

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gluoli gineldi i fogluoli rodolfi stracti degli antichi nobili cittadini di firenze inanzi che si disfacesse per totile si congregarnon insieme con quelli coran ti habitani delluogo ove fu firenze et altri lofo sequaci habitanti nel contado di firenze Ordina rono di mandare ambisciadori di migliori di loro al detto Re Carlo magno imperadore di Roma et a papa leone et a Romani et cosi fu facto pregandogli chegli si do vessono ricordare della loro figluola citta di firenze la quale fu guasta et distructa da gocti et vandoli in dispecto de Romani accio chella si rifacesse Et che allora piacesse di dare a loro forza di gente darme ariparare contro a fiesolani et loro seguanci nemici de Romani i quali la citta di firenze non lasciavano rihedificare I quali ambasciadori da Carlo impe radore et dal papa et da Romani furono homrevol mente ricevuti et la loro petirione acceptata beni gnamente Et incontanente il detto imperadore Carlo magno mando la sua forza di gente darme a piede et a cavallo in grande quantita Et i romani feciono decreto come i loro antecessori haveano facta et popolata prima la citta di firenze cosi vandassino a rihedificare et adhabitare delle migliori schiatte di roma nobili et popolani et cosi feciono con quello hoste dello imperadore car lo magno et de romani Et verrnono con quanti mae stri havea in roma per piu tosto murarla et affor zarla Et dietro alloro gli persequiva molta gente Et tutti i cittadini di firenze et gli fuggiti di quella sentendo la novella si ragnarono colleoste de Romani et

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