Alberti, Leon Battista, 1404-1472. Deiphira : manuscript, [not after 1472]. MS Typ 422. Houghton Library, Harvard University, Cambridge, Mass.

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mi vedi troppo ti turbi tu anchora ai me non raro a gran torto me bastinemi. O pallimacro sfortunato, quella nostra deiphira quale io vidi lacrimare dolendossi si forsi quanto certo dovea prendeno ainiuria una et un altra sua sdegnosa parola quella medesima quella deiphira tanto da noi amata; quella deiphira che tanto mi . amava teste mai si satia di crescierci ogni di piu e piu dolore. Philarco. Pallimacro nella vita de mortali nulla si trovo achi non stia apparechiato el suo fine. Troia fu grande et alta. Babillonia fu richa et possente, fuorono athene ornatissime

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et famosissime, et Roma fu temuta reverita et ubedita, quanto tempo il cielo e sua sorte aciaschuna permisse; ne tu adunque pensi se non dovuto se uno animo volubile et feminile verso dite non equel che solea. Pazo piu volte, pazo chi crede in femina mai essere constantia alchuna; et certo quando ben in questa una fusse ogni fermeza pure al vostro amore quando che sia si convenia il suo fine. Et stima pallimacro mio che mai longo amore fu senza multa copia di sospieri lacrime e vario dolore et qualunche adverso caso nelamore quanto piu vien tardi tanto siegue cum ruina magiore

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et volsi reputare in bona parte se qui sia il fine di toi mali libero dogni altro quali talhora vengono fra cruciati amanti grandissimi scandoli et callamita, et certo sempre mi parse vero che lamore sia facto come il lacte quale tanto piace quanto egli ben fresco; poi soprastando pilgia troppi vicii. Cossi in amare quanto gli amanti studiano porgiersi accepti e ben veduti tanto lieti vivono pieni di solazo gioco et festivi ragionamenti. Poi fermato lamore subito insurgono suspecti e dai suspecti le gilosie / e da le gilosie nascono isdegni / e de qui crescono il vindicarsi / e le inimicitie / e solo le ini

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micicie de gli amanti si provano essere acerbissime. E sono le femine quanto di men consiglio e ragione tanto piu che gli huomini troppo sfidate sospectose dispectose unde per minima cosa si trovano adirati, et poi per monstrarsi iustamente cruciati perseverano e crescono ad inimista; ne troverai nimico si capitale che non forse qualche volta cum una tua parola si mova a pieta solo il cuore dela femina sdegnato indura per lacrime de chi lama; et apena cum sangue canzella uno suo conceputo isdegno; pero si vuolle non mai scoprirse amanti se non quan- do vidi poter subito prima satisfarte che lamore pigli suoi vicii et conviense chol tem-

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po ardire molto piu che chiedere natura de le femine che dogni cosa in che possa usire rossore loro molto giova potere dire. Io non vedea; et godono vinte una et unaltra volta dare quello che piu negano. Pallimacro. Ah philarco mio et chi non sa quanto poco si possa qualunche cosa troppo se desideri Philarco. Aime non piangere piu pallimacro mio non piangiere piu; e dimi qual grandissima cagione mai fu quella che in lei spegnesse si ardente amore. Sogliono le fiamme amorose spesso abagliarse ma non senza grandissima ruina amorzarsi. Piaciati narrarmi ogni cosa non fare qual fano questi altri amanti i quali afflicti e mesti

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